mercoledì 28 marzo 2012

Riassunto in 3 punti™: Teatro Degli Orrori @ Cage - Livorno

Ossia: "Un fatto come quello di Ion non potrebbe succedere oggigiorno, con quello che costa la benzina."


1) La perversione collezionistica del batterista del gruppo spalla che sfoggia ad ogni pezzo una percussione nuova, nell'ordine: catena di campanellini, una roba a molla triangolare non ben definita, un mastodontico pezzo di lamiera da percuotere tramite un pomello, ma sopratutto un ride da 500€ a cui sono stati dati quattro colpi quattro in tutta la performance.


2) L'intramontabile mossa di Capovilla, denominata anche "mossa Fra Martino suona le campane".


3) "Sì mi butterò prima o poi... Dal quarantesimo piano. La farò finita anche io un giorno."
- Risposta di Capovilla alla richiesta del pubblico di buttarsi dal palco


lunedì 12 marzo 2012

Sunday Clash #1: L'uomo più inutile

Ossia: La faccia di cazzo definitiva della TV italiana 

Come già annunciato in chiusura dello scorso post , la rubrica che ha scaldato l'estate dei followers di questo angolo di web si trasforma fino a Giugno nell'appuntamento domenicale preferito dalle casalinghe molisane mancine!
Uno scontro senza esclusione di colpi fra due esponenti di una qualsivoglia categoria, siano essi del regno animale vegetale o minerale.

Dovete sapere che da qualche anno dentro di me risiede lo spirito di Massimo, un pensionato viterbese incazzato col mondo. Ciò mi ha conferito, nonostante la mia giovane età, oltre a una profonda conoscenza dei funghi ed una capacità innata che mi permette di capire che tempo farà fra un'ora, anche una predisposizione naturale a sbraitare contro oggetti inanimati di qualsivoglia natura, in particolare contro  radio e televisione.

mercoledì 7 marzo 2012

Summer Clash #7: La squadra fortissimi - estate 2006

Ossia: Il momento in cui ti rendi conto di essere un Italiano come tutti gli altri. Solo con molti più problemi nel ricordare le date.


Diciamoci la verità, il calcio non mi è mai interessato.
Champions League, campionato, e qualsiasi altro trofeo possa essere disputato nel gioco del pallone, non  me n'è mai fregata un'inestimabile cippa. Forse perché da bambino mi hanno costretto con la forza a giocare, sai per integrarsi, o forse in quella ricerca di unicità adolescenziale in cui orgogliosamente ammetti che il calcio non ti piace, con quel tono da femminista dei tardi 70, o forse, e con grosse probabilità, perché ci sono troppi nomi da ricordare: 11 per squadra più allenatore ed eventuali riserve. Ma stiamo scherzando?
Ma c'è quel momento che fa capire a tutti quei nonminteressalasciamistà che alla fine non sono speciali per niente, non sono araldi di un non so quale movimento anticonformista, è un istante preciso nella vita di chi ha vissuto il 2006, è l'istante che sta nel mezzo a quello in cui scagli in aria una sedia e quello in cui ti trovi in auto, mano sul clacson, l'inno di Mameli a manetta nell'autoradio, in mezzo ad altri mille esagitati come te con un tricolore fra i denti a fare casino come se non ci fosse un tra poco. L'istante in cui ti rendi conto di essere un Italiano che segue i mondiali di calcio come tutti gli altri.