mercoledì 7 marzo 2012

Summer Clash #7: La squadra fortissimi - estate 2006

Ossia: Il momento in cui ti rendi conto di essere un Italiano come tutti gli altri. Solo con molti più problemi nel ricordare le date.


Diciamoci la verità, il calcio non mi è mai interessato.
Champions League, campionato, e qualsiasi altro trofeo possa essere disputato nel gioco del pallone, non  me n'è mai fregata un'inestimabile cippa. Forse perché da bambino mi hanno costretto con la forza a giocare, sai per integrarsi, o forse in quella ricerca di unicità adolescenziale in cui orgogliosamente ammetti che il calcio non ti piace, con quel tono da femminista dei tardi 70, o forse, e con grosse probabilità, perché ci sono troppi nomi da ricordare: 11 per squadra più allenatore ed eventuali riserve. Ma stiamo scherzando?
Ma c'è quel momento che fa capire a tutti quei nonminteressalasciamistà che alla fine non sono speciali per niente, non sono araldi di un non so quale movimento anticonformista, è un istante preciso nella vita di chi ha vissuto il 2006, è l'istante che sta nel mezzo a quello in cui scagli in aria una sedia e quello in cui ti trovi in auto, mano sul clacson, l'inno di Mameli a manetta nell'autoradio, in mezzo ad altri mille esagitati come te con un tricolore fra i denti a fare casino come se non ci fosse un tra poco. L'istante in cui ti rendi conto di essere un Italiano che segue i mondiali di calcio come tutti gli altri.


Ma sfortunatamente Il 9 luglio 2006 non è solo una data storica per tutti i calciofili d'Italia, ma è anche la data che ha consacrato una delle cose che più mi infastidisce al mondo subito dopo "la gente che batte le mani nel momento sbagliato in We will rock you", ossia "il popopo durante Seven nation army".
Nel tardo giugno il "popopo" è una piaga che affligge ormai l'Italia tutta, nessuna pietà, neanche per Frankie Hi-NRG che usa la base della canzone degli White Stripes per la sua Fight da faida. Ma se ci fossimo limitati a questo il 2006 si potrebbe dire anche un anno dignitoso, quasi da bilancio positivo, ma a noi le cose piacciono fatte bene e non eravamo neanche a metà di quell'estate che si prospettava la più calda del secolo appena iniziato.
Le premesse c'erano tutte, già ai primi caldi c'era chi spintonava per un posto al sole: Tiziano Ferro, che negli ultimi tre anni non si era fatto più risentire, torna con Stop! Dimentica, il Liga ci propone una cover dei G'n'R e Jova cerca di accaparrarsi il pubblico dei centri sociali con l'inno all'altruismo Falla girare. Fra i debuttanti dall'estero troviamo gli Scissor Sisters con I don't feel like dancin', i The Feeling con Sewn e gli Hard Fi con Cash Machine, Gnars Barkley esce con Crazy, il pezzo che tipo spacca tutto, ma poi boh, faccio una cover dei Violent Femmes e me ne torno a casa. Nel frattempo dalla Francia si fa largo il fenomeno che rovinerà il sonno di tutti gli operatori dei centri TIM e di chi ha a che fare con i loro centralini, Bob Sinclair fa fischiettare l'italia, prima con Love generation poi con World hold on.
Ma per un momento voglio tornare in Italia per la menzione speciale per il 2006:
a volte se ne parla come se fossero passati dei secoli, ma diciamoci la verità, hanno lasciato un segno indelebile nella nostra storia, hanno tracciato una riga per terra dichiarando "qui si crea un nuovo standard". Se vi chiedessi di dipingere mentalmente una band pop-punk di ragazzi tra i diciotto e i vent'anni, con un look da punkrocker wannabe risultato da una caricaturata di una grottesca fusione fra i Green Day e i Blink182 con una spolverata di Sum41 con tutti i cliché che ne derivano, nella vostra mente apparirebbero con grosse probabilità i Finley.
Il 2006 è stato l'anno dei Finley, poche storie, escono con il loro primo album Tutto è possibile, riproposto pochi mesi dopo in una riedizione Gold edition, e qualche mese dopo ancora nella Special Hard Pop Edition. Seriamente, tre edizioni "diverse" dello stesso album nell'arco di neanche un anno? Qui si infrange qualche record. Ma i Finley non erano solo campagne marketing da prodotti per cacciatori di limited edition, erano la scelta infelice dei nomi abbreviati, erano il look da primo risultato su google immagini di "band pop punk", ma soprattutto nel 2006 i Finley erano coloro che hanno portato il "popopo" di cui sopra allo stadio successivo, coverizzando l'ormai troppo scherzato Jack White e la sua Seven Nation Army, trasformandolo in qualcosa che, non so, non esiste una parola nel vocabolario italiano per definirlo, se non "così Finley".


Ma a parte il "popopo" a parte le suonerie di "Materazzi ha fatto gol" a parte Checco Zalone e la sua "Squadra Fortissimi" e i francesi che in risposta ci spernacchiano, con quell'ironia che capiscono solo loro, con il pezzo Coup de Boule, inno al celebre colpo di capoccia di Zidane, a parte tutto ciò la radio continuava a suonare (quando non suonava "popopo", Zalone o Coup de Boule) e l'estate era ancora lunga e di tempo per ballare ne avevamo a pacchi.
Ecco perciò le nominations per il Tormentone Estivo 2006 in barba a Zidane e soprattutto a Jack White.

1) Sergio Mendez feat. Black Eyed Peas - Mas que nada
Con il pezzo di Mendez coi Black Eyed Peas rimaniamo comunque in tema calcistico. Un po' perché se ti dico Brasile te pensi sicuro a tre cose: samba, calcio, carnevale (se proprio vogliamo rimanere nel politically correct), un po' perché il pezzo richiama alla memoria lo spot della Nike degli anni novanta che vedeva protagonista la nazionale di calcio brasiliana, con un Ronaldo all'apice della sua carriera. Quindi questa in quel periodo si ballava facile facile, col suo ritmo hip hop mixed up with samba.

2) Bebe - Malo
E ora, che neanche te lo sto a dire, abbiamo la hit ispanofona che ormai sembra ci debba stare per forze, una roba di nepotismo e malavita organizzata credo. Fatto sta che Bebe ci parla delle donne che subiscono violenze domestiche, messaggio che viene captato dal ghiottissimo, dati alla mano, 7,4% degli italiani che si sono sì presi la briga di cercare e tradurre il testo, ma dopo essersi resi conto della gravità dell'argomento se ne sono strasbattuti la cosiddetta, perché in fin dei conti è una storia vecchia quanto il Cristo e la Spagna è uscita agli ottavi contro la Francia.

3) Mousse T. - Horny as a dandy
Mousse T. rispolvera una sua vecchia hit del 98, Horny 98 appunto. Hit che ci tengo a ricordare perché onnipresente nei miei mixtape dell'epoca, e non dico "tape" a caso, si parla di era pre mp3 e masterizzatori, mica castagne. Parliamo anche di era pre basic english sdoganato al popolo, quindi il 99,9% dei ragazzini che nel 1998 frequentava la scuola media Folgore da San Gimignano e che cantava quel pezzo non aveva la più pallida idea di cosa significasse "horny". Fortunatamente parliamo pure di tempi in cui la pedofilia non era un fenomeno così alla luce del sole. Insomma Mousse T. mixando la sua Horny con Bohemian like you dei Dandy Warhols (attenzione il video non è proprio definibile come SFW) fa sfoggio delle sue doti di job maker creando la figura dello scaldatore di minestre. E ci si paga pure il mutuo, chiamalo scemo.

4) Bob Sinclaire - Love generation
Ancora oggi all'ascolto di questo pezzo, chi ha lavorato in un centro Tim nel 2006 cade in preda a convulsioni , istinti omicidi e forme varie di autolesionismo mentre nelle loro orecchie riecheggia "fiffirifì bee the love generatioon *gli operatori sono momentaneamente occupati la preghiamo di attendere in linea per non perdere la priorità acquisita* fi firì fiffirifirifiri (ad lib.)". Ma a parte i ricordi infelici di quei poveracci, Love Generation andava di brutto in quell'Italia ancora ignara di ciò che luglio stava per portarle.

Bene le nomination ci sono tutte, e il post è decisamente andato per le lunghe, decretiamo quindi adesso il Tormentone Estivo 2006!
Come abbiamo già detto la Spagna è uscita fuori agli ottavi, la Germania di Mousse T. è stata presa a calci in culo pure lei in semifinale, ma pronostici calcistici a parte, la coppa del Tormentone Estivo 2006 va a

*rullo di tamburi*

Love generation di Bob Sinclaire. Non è stato facile, che quell'anno erano tutti strafatti di euforia e la gente si esaltava pure su La spada nel cuore. Il pezzo dei B.E.P. con Mendez aveva quel richiamone calcistico, ma Love generation la sentivi veramente ovunque, in radio, alla TV, la Tim l'ha usato pure come sottofondo per i suoi spot pubblicitari, e poi il ritornello è così catchy che te lo fischietti ancora oggi. Specie se hai lavorato in un centro Tim. 
Anche se per quest'anno il tormentone estivo passa decisamente in secondo piano se affiancato ai mondiali di calcio, che ancora oggi mi domando quanto si sono mangiati le mani gli advertising manager della Trony quando hanno capito di aver fatto una puttanata colossale con quella promozione dove non pagavi il maxi televisore se l'Italia vinceva i mondiali. Secondo me sono ancora li che si prendono a schiaffi a vicenda, a due a due.

E qui chiudiamo col duemilaesei, e per ora pure con la Summer Clash, che in fin dei conti chi voglio prendere in giro, siamo a marzo. Spero comunque di tornare a scrivere con regolarità sul blog dopo questa pausa. La Summer Clash torna a giugno, con il ritorno dell'estate, ci faremo tutta la seconda metà della decade con cadenza settimanale ma per ora la cosa si sposta alla domenica sotto forma del Sunday Clash, o almeno l'idea è questa, l'intenzione sarebbe quella di mantenere una puntualità/regolarità scrivendo post un filo più sintetici. Torneranno tutti gli appuntamentoni classici, che piacciono tanto ai 19 like che ho su facebook, la Merdinitaly, e la Weekly "Why!?" e tutte quelle belle cose del mondo che mi spingono a scriverci due righe sopra. Vedremo.

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