sabato 20 novembre 2010

Il Disordine Delle Cose

Un inizio un tantino simbolico, con questo gruppo che per certi versi ha dato il via a questa idea del blog. Loro sono i piemontesi Il Disordine Delle Cose, che ho avuto piacere di scoprire durante il loro tour  di secret concerts "il disordine delle case".

Un progetto nato dalla collaborazione di svariate teste dell'ambiente underground italiano uniti sotto il segno dei Tamburi Usati (per i meno svegli, anagramma degli ormai celebri Marta Sui Tubi).
L'opera prima dei "disordinati" novaresi è l'omonimo disco "Il Disordine Delle Cose", e data la mia politica del "hands on", ossia: "non recensisco un disco se non ce l'ho tra le mani", ho dovuto rimandare questa primo post di alcune settimane, ma finalmente ecco nelle mie mani questo piccolo gioiello.
Parlo di gioiello perché il disco si presenta in una tanto atipica quanto elegante confezione, atipica ed elegante come i Disordine Delle Cose stessi ed il loro sound, curato nella sua semplicità, raffinato ma senza avere la pretesa di essere di nicchia.

L'estrema fruibilità e ascoltabilità sono infatti le peculiarità di questo disco, che fin dal primo ascolto trasuda l'intento di creare qualcosa di sincero, senza troppi giri di parole, il "pop" inteso nella migliore sfumatura del termine.
Il loro sound attinge a piene mani dai classici e dal cantautorato degli ormai onnipresenti '60 (che a quanto pare hanno traumatizzato buona parte degli artisti dell'ultimo lustro), gli archi e il piano non perdono un'occasione per farsi sentire, ma ciò non gli impedisce di essere più che attuali sia nei testi (tutti degni di nota, ma in particolare "Don Giovanni" e "L'altra metà di me stesso" meritano una citazione) che nella produzione sonora.
Testi che parlano dell'uomo nella sua imperfezione e nelle sue ossessioni, testi dicevamo raffinati, ma non eccessivi nella scelta delle parole, cosa che ultimamente viene spesso e volentieri utilizzata come squallido escamotage per camuffare delle liriche di spessore pressoché nullo in qualcosa che dia una parvenza di impegnato.
E come non menzionare i nomi "noti" del calibro di Syria ("Infezione") e Paolo Benvegnù ("Quella sensazione di comodità"), Pipitone dei già citati Marta Sui Tubi e i Perturbazione al gran completo (che attraverso lo zampino di Cristiano Lo Mele e Gigi Giancursi curano anche il missaggio e la produzione artistica) , che hanno contribuito a questo piccolo esordio in grande stile.

In un epoca popolata di artisti di nicchia a tutti i costi, dove si insegue questo falso mito dell'indie, Il Disordine Delle Cose sono una ventata di elegante semplicità senza compromessi, un esperienza musicale cuore a cuore.


-Vorrei nascere
indossare il vestito migliore
prima di crescere-

-L'ordine è il piacere della ragione,
il disordine è la delizia dell'immaginazione.-


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