martedì 31 maggio 2011

Weekly "Why?!" #2

Ossia: Perchè? Perchè! Sono fatti miei.


Il dubbio era, un'altro WW sulle pubblicità alla cazzo di cane, sinceramente, fa brutto. Sembra quasi uno sputo metaforico nel piatto dove mangio. Alla fin fine voglio bene alle pubblicità, sono l'unica cosa che mi interessa vedere in tv (su internet no. Le odio). Ma c'è da dire che spesso se le cercano...
E quindi anche questa settimana ciò che scaturisce da dentro di me un profondo "Perchè?!" è uno spot, ma oltre allo spot in se (che riaccende quella parte del cervello dedicata all'insulto fantasioso),  è l'istituzione che il prodotto rappresenta e i claim truffaldini che propongono.
Stiamo parlando della carne in scatola a misura di scapolo ma spacciata come prodotto per famiglie, bedda magra, e sopratutto disinibita e che sta bene con tutti.
Sì stiamo parlando della Simmenthal, e come consueto, vai Gianni col contributo video:


Ok...Salterei a pie pari il commento sulla cazzatenthal pubblicità in se per se, che è come picchiare uno che sta cagando, non c'è soddisfazione (cit.) e passerei direttamente a parlare di quei crudeli manipolatori produttori della succitata carne in gelatina.
Le pubblicità della Simmenthal non hanno mai brillato il qualità artistica, solito claim acchiappone che millanta un gusto che "parla chiaro", nonostante i figli e il marito parlino uno pseudo gergo da paninari, dunque tutto tranne che "chiaro". La madre al solito riesce con disinvoltura nella missione impossibile di tirar fuori il prodotto dalla scatoletta senza spaccarlo, per poi spezzettarlo subito dopo, che ridi e scherza, ma è un talento pure quello.
E come la prepara la mamma la carne in scatola? Con le verdure? Oh che brava... Brava sto gran cazzenthal!
Come al solito il signor Simmenthal ci propina nella sua pubblicità quel messaggio di una fasulleria senza pari: l'idea che la Simmenthal è una cosa che va preparata! E non un meschino stratagemma delle mamme che vogliono finire di guardarsi Cento Vetrine e non hanno voglia di cucinare uno straccio di pasto ai figli che tornano da scuola per pranzo.
Ma in fin dei conti, i pubblicitari che lavorano per la Simmenthal non hanno la vita facile: come fai a pubblicizzare un prodotto che ha come target scapoli trentenni in mutande davanti alla tele che mangiano direttamente dalla scatoletta? Sì ci accosti la figa... e poi?

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